Sicilia in Italia e Valle del Rodano in Francia. Due terre distanti, madri di
grandi vini, sia bianchi sia rossi, nei due territori si producono anche vini
dolci, tuttavia va detto che, in questo senso, la Sicilia ha una produzione più
significativa. Nero d'Avola e Syrah sono due uve rosse molto diverse fra loro,
certamente distanti e non solo per motivi geografici. Eppure queste due uve si
sono incontrate in molti vini, un incontro che è avvenuto in Sicilia tanti anni
fa. La celebre rossa siciliana, oltre a essere utilizzata in purezza per i vini
dell'isola, è spesso unita ad altre varietà, sia autoctone sia internazionali.
Una di queste uve è appunto il Syrah che, aggiunta in quantità variabili, la
ritroviamo in molti vini rossi della Sicilia. Cosa del tutto diversa quella che
si verifica nella Valle del Rodano, dove il Syrah è vinificato spesso in
purezza ed è il pilastro fondamentale dell'enologia di questa terra.
Due varietà molto diverse che ben si prestano per una degustazione per
contrasto, scoprendo - quindi - che le analogie fra le due uve sono davvero
poche. Per certi aspetti Nero d'Avola e Syrah si possono considerare due
varietà complementari, forse anche questo spiega - oltre ai motivi storici e di
opportunità - il motivo per il quale in Sicilia le due uve si trovano insieme
in diversi vini dell'isola. Per completezza, in Sicilia il Nero d'Avola è
vinificato insieme a diverse varietà alloctone, in particolare Merlot,
Cabernet Sauvignon e Syrah, così come ad altre uve locali a bacca rossa.
Parlando di vini multi varietali, nella sua terra d'origine - la Valle del
Rodano - il Syrah è parte di uno dei vini più celebri di questo territorio: lo
Châteauneuf-du-Pape rosso. Il Syrah ricopre comunque un ruolo
marginale in questo vino, poiché - va detto - le varietà principali che
lo compongono sono Grenache Noir e Mourvèdre.
Le origini del Nero d'Avola sono state per lungo tempo oggetto di confusione,
principalmente a causa dei tanti nomi con i quali si chiama quest'uva. La
confusione principale si deve all'italianizzazione del suo nome più conosciuto,
calaulisi in dialetto siciliano, italianizzato in calabrese,
intendendo quindi la vicina Calabria come sua terra di origine. In realtà, il
nome calaulisi deriva dai termini dialettali siciliani cala e
aulisi. Cala deriva da calea, sinonimo di rracina
che in dialetto siciliano significa uva. Aulisi significa qualcosa o
qualcuno proveniente da Aula, nome dialettale siciliano di Avola,
località in provincia di Siracusa e famosa anche per le sue celebri mandorle.
L'origine del Nero d'Avola dalla vicina Calabria non trova pertanto fondamento,
poiché il significato di calaulisi si tradurrebbe in italiano come uva
di Avola.
Il Nero d'Avola, oltre a essere vinificato in purezza in tutto il territorio
della Sicilia, è anche parte dell'unica Denominazione di Origine Controllata e
Garantita dell'isola: il Cerasuolo di Vittoria. In questo vino, infatti, il
Nero d'Avola è presente in percentuale dominante e si unisce al Frappato,
un'altra interessante uva rossa della Sicilia. Il Nero d'Avola offre una
versatilità enologica piuttosto ampia, capace di dare vini relativamente
semplici fino a vini di interessante complessità. Prima della sua
rivalutazione enologica, il Nero d'Avola era sovente impiegato come varietà da
taglio, cioè usata per conferire corpo e colore ad altri vini. Il Nero d'Avola
si presta molto bene alla vinificazione in contenitori inerti e alla
maturazione in botte. Grazie alla sua discreta acidità, i vini prodotti con
Nero d'Avola, in particolare quando fatti maturare in legno, possono evolvere
in bottiglia per diversi anni, sviluppando un profilo organolettico di
interessante complessità.
L'origine del Syrah, per certi aspetti, condivide con il Nero d'Avola la
confusione derivata dal suo nome. Per lungo tempo si è ipotizzato che la rossa
del Rodano provenisse dalla città di Shiraz, in Iran, oppure da Siracusa, in
Sicilia. Per lungo tempo si è supposto che il Syrah fosse originario di Shiraz,
tanto che, ancora oggi, in certe parti del mondo questa uva è chiamata come la
città iraniana, soprattutto in Australia. Recenti studi eseguiti sul DNA del
Syrah, hanno finalmente permesso di comprendere la reale origine di quest'uva,
inequivocabilmente collocata nella Valle del Rodano in Francia. Oggi si può
affermare che il Syrah deriva da altre due varietà francesi: Dureza e Mondeuse
Blanche. Nello specifico, si ritiene che il Syrah sia stato generato da una
vite di Mondeuse Blanche impollinata dalla Dureza, tuttavia la ricerca non ha
permesso di stabilire quando questo si è verificato in passato.
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Il colore e la
trasparenza del Syrah | |
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I vini prodotti con il Syrah sono particolarmente famosi per due
caratteristiche: la buona struttura e l'evidente aroma di pepe nero che si può
percepire in certi suoi vini. Caratteristica organolettica affascinante e
ricercata, ricerche condotte su quest'uva hanno permesso di stabilire che
l'aroma di pepe nero del Syrah è dovuto alla presenza del rotundone.
Questo sesquiterpene è infatti presente nel pepe nero e, oltre a ritrovarlo in
altre piante, lo troviamo anche nei vini prodotti con Syrah. La rossa della
Valle del Rodano ha riscosso interesse in diversi paesi del mondo e oggi è
considerata una varietà internazionale. Il Syrah è infatti coltivato nella
quasi totalità dei paesi vitivinicoli del mondo, in particolare in Australia
dove riscuote un notevole successo. Diffusissimo nella Valle del Rodano, il
Syrah è la varietà dalla quale si producono i due dei vini più famosi di questo
territorio: Hermitage e Côte-Rôtie.
La nostra degustazione per contrasto prenderà in esame un Nero d'Avola prodotto
nel territorio di Siracusa - in Sicilia - e un Syrah prodotto nella Valle del
Rodano, in Francia. Sceglieremo due vini maturati in botte per un breve periodo
così che le qualità del legno non influiscano eccessivamente sul profilo
organolettico dei due vini. Nella scelta dei vini, è bene fare particolare
attenzione alla loro composizione. Si deve infatti notare che, nonostante
nell'etichetta sia riportato il nome di una sola varietà, può accadere che in
realtà si tratti di un vino multi varietale e nel quale l'uva indicata è
presente in quota dominante. Sceglieremo vini appartenenti alla stessa annata e
comunque non oltre i tre anni di età dalla vendemmia, così da mantenere il
giusto equilibrio fra aromi secondari e terziari. I vini saranno degustati in
due calici da degustazioni e serviti alla temperatura di 18 °C.
Come di consueto, iniziamo la nostra degustazione per contrasto dall'esame
visivo, quello che prevede la valutazione del colore e della trasparenza del
vino. Versiamo i due vini nei rispettivi calici e incliniamoli sopra una
superficie bianca. Iniziamo dalla valutazione del colore e trasparenza del Nero
d'Avola. Alla base del calice si osserverà un colore rosso rubino intenso e
brillante, oltre a una trasparenza moderata: se poniamo un testo scritto dietro
il calice, la lettura risulterà piuttosto semplice. La sfumatura del Nero
d'Avola - osservata all'estremità verso l'apertura del calice - conferma il
colore rosso rubino. Osserviamo ora l'aspetto del Syrah. Alla base del calice
si osserva un colore rosso rubino intenso, quasi cupo, e la trasparenza è
inferiore rispetto al Nero d'Avola, decisamente più concentrato. La sfumatura
del Syrah presenta una tonalità rosso rubino e, non raramente, una tendenza al
rosso porpora.
I profili olfattivi di Nero d'Avola e Syrah si presentano al naso del
degustatore con notevoli differenze. Entrambe le varietà fanno delle sensazioni
riconducibili a frutti rossi e neri le loro caratteristiche aromatiche
principali, anche se con sviluppi e riconoscimenti diversi. In termini
generali, il Syrah tende più facilmente verso riconoscimenti associabili a
frutti neri - ribes, amarena e prugna in particolare - mentre il Nero d'Avola
esprime sia frutti neri sia rossi. Il Syrah si fa riconoscere prevalentemente
per i suoi profumi dominanti di prugna e ribes, mentre nel Nero d'Avola saranno
l'amarena e la mora a caratterizzare l'apertura. In entrambe le varietà si
riconoscerà il piacevole profumo floreale di violetta. Nero d'Avola e Syrah si
prestano molto bene alla vinificazione in botte e barrique, una tecnica che -
comprensibilmente - arricchisce il profilo dei vini con sensazioni terziarie.
Poniamo i due calici difronte a noi e manteniamoli in posizione verticale senza
rotearli. Procediamo quindi alla valutazione degli aromi di apertura dei due
vini, iniziando dal Nero d'Avola. Dal calice si percepiranno aromi di amarena,
prugna e mora, oltre a un piacevole profumo di violetta. Passiamo all'altro
calice e, senza rotearlo, valutiamo gli aromi di apertura del Syrah. Al naso si
percepirà un profilo molto diverso rispetto al Nero d'Avola, in questo vino è
il ribes a svolgere il ruolo dominante, al quale seguono prugna e amarena.
Anche nel Syrah si percepisce il piacevole profumo della violetta. Dopo avere
roteato i calici, torniamo ad annusare il Nero d'Avola nel quale si percepirà
mirtillo, lampone e carruba. Inoltre, dipendentemente dal tipo di botte
utilizzato, si percepiranno aromi di tabacco e vaniglia. Il profilo del Syrah
si fa ora apprezzare per il caratteristico profumo di pepe nero, oltre a
mirtillo, mora e, grazie alla maturazione in legno, vaniglia, tabacco e
cioccolato. Si noti in entrambi i vini l'accenno rinfrescante e balsamico che
ricorda il mentolo.
Le differenze fra le due uve continuano, in modo netto, anche all'assaggio.
Prendiamo un sorso di Nero d'Avola e apprezziamone l'attacco. In bocca
percepiamo una sensazione di moderata astringenza seguita da una piacevole
morbidezza e percettibile freschezza. La corrispondenza con il naso è buona
e si potranno percepire sapori di amarena, prugna e mora. Passiamo all'assaggio
del Syrah. L'attacco di questo vino si caratterizza per una maggiore sensazione
di astringenza e una freschezza minore, anche la morbidezza risulta inferiore
rispetto al Nero d'Avola. In bocca si percepiranno i sapori di ribes, amarena e
prugna. Si noti anche la differenza di struttura nei due vini: il Syrah risulta
avere un corpo decisamente più pieno del Nero d'Avola. L'impatto dell'alcol
sembra essere maggiore nel Nero d'Avola, contribuendo, inoltre, alla sensazione
di morbidezza, offrendo in bocca una piacevole rotondità.
La parte finale della degustazione riguarda le sensazioni finali che si
percepiscono in bocca dopo avere deglutito il vino. Il Nero d'Avola si fa
apprezzare per la sua buona persistenza, lasciando in bocca sapori che
ricordano mora, amarena e prugna, oltre a una piacevole sensazione di
morbidezza che si unisce a percettibile freschezza. Il finale del Syrah è
certamente di buona persistenza, nel quale si potranno apprezzare i sapori di
ribes, prugna, amarena e, rispetto al Nero d'Avola, una sensazione di maggiore
struttura e astringenza. Le differenze si percepiscono anche in questa fase,
poiché i due vini lasciano in bocca sensazioni estremamente diverse, sebbene
piacevoli in entrambi i casi. Due uve diverse, quasi opposte, protagoniste dei
vini rossi delle rispettive terre e che riescono comunque a trovarsi bene
insieme, come dimostrato dai tanti vini prodotti in Sicilia dall'unione di
queste due varietà.
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